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Grand Tour lungo i paesaggi sotterranei italiani

In lavorazione per i Tipi della Mediterranean Pearls il volume fotografico Grand Tour lungo i paesaggi sotterranei italiani. Le miniere delle meraviglie di M. Debora Sanna Uscita in dicembre 2021.

L’Italia possiede la storia mineraria più a lungo documentata e conserva un vasto ed originale patrimonio geominerario, rappresentando, a livello mondiale, uno dei luoghi dove maggiormente si è sviluppata la cultura e l’arte mineraria. I resti e le testimonianze di oltre ventotto secoli di attività estrattiva lungo la penisola, costituiscono un patrimonio di dati scientifici, antropologici e storico-culturali unico, con significative potenzialità divulgative e turistiche. I siti minerari rappresentano la tipica sintesi di patrimonio industriale, archeologico, culturale, storico e paesaggistico intorno alla quale si sono sviluppate aggregazioni sociali e comunità che hanno determinato le condizioni essenziali per una crescita economica e sociale. Secondo i dati dell’Ispra, alla Sicilia spetta la quota più rilevante in assoluto, potendo contare su 765 siti, più di un quarto del totale nazionale. Seguono la Sardegna con 427, quindi la Toscana, con 416, e poi Piemonte (375) e Lombardia (294).

Per l’Ispra è "un’incredibile ricchezza naturale che rappresenta per la nazione un potenziale culturale ed economico senza eguali".
Delle 110 province italiane, solo 17 non sono state oggetto di coltivazione mineraria, a dimostrazione del fatto che si tratta di un’attività particolarmente diffusa e importante per lo sviluppo socio-culturale italiano. Infatti nasce la ReMI, la rete promossa dall’Ispra che dal 2015 si pone l’obiettivo di creare un forum permanente per lo scambio di informazioni tra le diverse realtà minerarie musealizzate e favorire la fruizione del patrimonio geologico e archeominerario ai fini turistici e culturali.

Le miniere rappresentano anche un grande momento di fierezza, di sperimentazione, di innovazione e di riscatto sociale. Oggi le miniere descrivono una dimensione di racconto dove gli abitanti individuano le proprie origini, quel pezzo di ricordi che ancora è vivo, consegnato da un parente che nelle miniere ci ha sicuramente lavorato. E questo racconto è trasferibile alle nuove generazioni, senza retorica ma anche senza pericolosi oblii. In questo reportage fotografico di Debora Sanna lungo alcuni dei paesaggi minerari più significativi si intende usare la tecnica narrativa della fotografia come risorsa cognitiva e riconoscimento d'identità e collante sociale. Questa pratica contribuisce all'interpretazione e all'attribuzione di significato attraverso la ricostruzione e rievocazione di memorie. Attraverso la narrazione dei luoghi il concetto di patrimonio culturale emerge come fonte di conoscenza necessaria e collettiva capace di accrescere il senso di identità e di appartenenza.
Oltre il paesaggio, esiste infatti una dimensione ancora più ampia che è quella dell'ambiente e della storia che gli è propria. Qui il patrimonio minerario non è più egemone, come in passato, nella formulazione delle politiche di valorizzazione. L'ambiente naturale non è piu scenario inerte per lo svolgimento della storia umana connessa alle vicende dello sfruttamento minerario; esso, al contrario, ha una sua storia che merita un'appropriata narrazione e che trova nella geodiversità l'espressione più compiuta delle sue vicende passate.

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